Dott. Ingmar Cavagna

Chinesiologo

Osteopata


Studio Chinesiologico,
Via Palma il Vecchio 57, Serina 

3386235753

 

KINESIO TAPING: QUANTO NE SAPPIAMO

Dato che questo articolo è dedicato ad una pagina sportiva credo sia quasi impossibile che i lettori coinvolti non abbiano mai visto un KINESIO TAPING (KT) sulla pelle di qualcuno. Stiamo parlando di quelle particolari fasce elastiche che negli ultimi anni hanno visto un’esplosione incredibile sul mercato. Nel corso del tempo queste si sono guadagnate il favore di moltissimi professionisti nell’ambito sportivo: fisioterapisti, osteopati, trainer e perfino medici dello sport. Nonostante ciò le prove scientifiche sull’evidenza della loro utilità sono rimaste abbastanza scarse. Taping significa essenzialmente “bendaggio” o “fasciatura”. Molti credono che il kinesio taping si limiti all’applicazione modaiola delle più recenti bende colorate. In realtà, l’ambito del kinesio taping è davvero molto vasto e include anche trattamenti piuttosto complessi.

Per alcuni il KT rappresenta un valido aiuto nel recupero da infortuni muscolo-scheletrici, per altri aiuterebbe il drenaggio linfatico, per altri ancora l’effetto sarebbe variabile in base a come viene applicato.

Per risalire alle origini del KT dobbiamo tornare agli anni ’70, precisamente in Giappone. Li un chiropratico, il Dott. Kenso Kase, ideò un bendaggio che avesse molte delle caratteristiche della pelle: elastico soprattutto in una direzione, quella longitudinale, e con spessore porosità simili alla nostra pelle. Questo il motivo per cui possiamo tenerlo più giorni oppure anche sotto la doccia: consente al sudore di traspirare ed è resistente all’acqua. Fortemente adesivo, anallergico (non contiene lattice) e ovviamente non rilascia alcun principio attivo farmacologico.

 

Dobbiamo arrivare sino al 2004 per vedere il tape in Europa: siamo ad Atene, nel corso dei Giochi Olimpici, dove sul corpo di qualche atleta inizia a vedersi questa pratica.

Secondo Kase il Kinesio taping avrebbe diverse funzioni:

1.Utilizzare la stimolazione tattile per limitare il dolore;

2.Fornire supporto meccanico alle articolazioni mantenendo la muscolatura nella corretta posizione;

3.Allineare i tessuti fasciali;

4.Creare spazio sollevando i tessuti molli al di sopra dell’area infiammata e/o dolente;

5.Aiutare il drenaggio linfatico. [1]

Negli ultimi decenni, complice anche l’esplosione del business del KT, numerosi lavori scientifici hanno provato a dimostrare l’efficacia di questa pratica. Successive revisioni sistematiche, tuttavia, hanno mostrato come i dati positivi fossero macchiati da una scarsa qualità dei lavori. Troppo brevi, con campioni troppo piccoli o non omogenei.

Nel corso del tempo molti meccanismi di controllo del dolore sono stati proposti. I due principali sono il miglioramento della circolazione sanguigna e linfatica dovuta ad un sollevamento dei tessuti molli e la cosiddetta teoria del cancello.

Questa teoria, sulla validità della quale ancora si discute, si basa sulla convergenza anatomica delle vie di sensibilità tattile e dolorifica sui neuroni midollari. Senza scendere troppo nel particolare, la presenza di uno stimolo tattile proveniente dalla stessa zona dolente sarebbe in grado di ingannare il cervello inducendo uno smorzamento della sensazione dolorifica. Nonostante, come abbiamo visto, i risultati degli studi scientifici siano ampiamente discordanti e spesso anche contraddittori, moltissimi professionisti confidano in una reale efficacia di questo strumento. Ormai quasi tutto il settore sanitario e para-sanitario indicano che il tape possa quanto meno essere un alleato nel velocizzare i recuperi da un infortunio muscolo scheletrico. Dalla loro parte c’è anche il fatto che se anche non dovesse funzionare, per il concetto deontologico del “primum non nocere” quasi sicuramente non avrebbe alcun effetto negativo. Data questa prima anticipazione teorica vedremo nel prossimo articolo un consiglio, facilmente praticabile, che reputo utilissimo per affrontare la vostra MAGA nel migliore dei modi.

 

Questa teoria, sulla validità della quale ancora si discute, si basa sulla convergenza anatomica delle vie di sensibilità tattile e dolorifica sui neuroni midollari. Senza scendere troppo nel particolare, la presenza di uno stimolo tattile proveniente dalla stessa zona dolente sarebbe in grado di ingannare il cervello inducendo uno smorzamento della sensazione dolorifica. Nonostante, come abbiamo visto, i risultati degli studi scientifici siano ampiamente discordanti e spesso anche contraddittori, moltissimi professionisti confidano in una reale efficacia di questo strumento. Ormai quasi tutto il settore sanitario e para-sanitario indicano che il tape possa quanto meno essere un alleato nel velocizzare i recuperi da un infortunio muscolo scheletrico. Dalla loro parte c’è anche il fatto che se anche non dovesse funzionare, per il concetto deontologico del “primum non nocere” quasi sicuramente non avrebbe alcun effetto negativo. Data questa prima anticipazione teorica vedremo nel prossimo articolo un consiglio, facilmente praticabile, che reputo utilissimo per affrontare la vostra MAGA nel migliore dei modi.